ATTACCHI DI PANICO A SCUOLA

 

La scuola non è solo una situazione sociale complessa e per sua natura stressante, ma è anche una situazione che si presta benissimo a mettere un adolescente davanti alle proprie fragilità psicologiche. Tanto da costringerlo, a volte, a crollare.

Le difficoltà scolastiche in adolescenza sono spesso il terreno privilegiato delle manifestazioni di sofferenza psicologica dell’adolescente.

La scuola rimette l’adolescente davanti ai problemi che vive con gli adulti, attraverso i professori, ad esempio, e ancora più nettamente lo mette davanti ai problemi che ha con i propri coetanei, attraverso il gruppo dei compagni e degli amici.

Non si tratta di problemi “scolastici” nel senso di problemi che hanno a che vedere con lo studio o l’apprendimento.

La scuola è una lente di ingrandimento su quello che succede nella mente dell’adolescente.

Gli attacchi di panico a scuola esplodono nel contesto della scuola perché la scuola genera naturalmente delle condizioni che esercitano una pressione emotiva sull’adolescente, ma dipendono da ragioni che riguardano la propria serenità emotiva.

Non c’è dubbio che queste vicende emotive, però, abbiano una conseguenza sull’effettiva capacità del ragazzo di frequentare la scuola con profitto.

A volte i bisogni emotivi dell’adolescente possono prendere il sopravvento in modo così forte che non è detto che riesca a non essere bocciato, non è detto che riesca a mantenere un buon rendimento scolastico o anche solo a continuare a frequentare la scuola.

Il termine attacchi di panico oggi tende ad includere spesso manifestazioni ansiose più sfumate.

L’ansia è appunto una condizione psicologica di paura senza un chiaro e identificabile oggetto che si manifesta soprattutto come anticipazione di qualcosa che si teme.

Spesso, gli attacchi di panico a scuola, sono preceduti da una serie di fenomeni ansiosi più difficili da notare e che “preparano il terreno” per l’attacco.

Il manifestarsi degli episodi ansiosi possono riguardare sia cose che accadono all’esterno della mente dell’adolescente sia che accadono al suo interno.

Il passaggio tra scuole medie e superiori, ad esempio, comporta una revisione dell’immagine di sé sicuramente stressante.

L’incontro con i nuovi compagni e il bisogno di dimostrare nuove competenze mette un adolescente sotto una pressione certamente normale e condivisa da tutti i ragazzi che attraversano questi passaggi, ma che può avere effetti diversi nel caso di adolescenti in difficoltà emotiva.

E qui bisogna tenere conto del fatto che l’ansia è qualcosa di comune in tutte le situazioni stressanti, soprattutto per i ragazzi, ma in alcuni adolescenti episodi apparentemente banali ma dall’effetto stressante possono rappresentare il primo punto di rottura di un equilibrio emotivo delicato.

Solitamente, dopo una prima situazione ansiosa, che spesso l’adolescente vive di nascosto, spesso chiudendosi in sé stesso, l’ansia tende a prendere il sopravvento: l’adolescente inizia ad avere paura del pensiero di qualcosa, oltre che della cosa in sé.

Gli adolescenti sono solitamente piuttosto spaventati dalla sensazione di perdita di controllo che si accompagna all’ansia.

È una cosa in forte contrasto con il loro bisogno di sentirsi autonomi e capaci di arrangiarsi da soli.

Il risultato è che, spesso, il ragazzo prova ad ignorare l’ansia sperando che vada via.

Quando l’ansia diventa anticipatoria e l’adolescente comincia a dire che non ce la farà, inizia in lui una lotta interna.

Prova a non pensarci, cerca di convincersi che andrà tutto bene, ma poi non ce la fa e le interrogazioni e i compiti in classe non vengono svolti in modo corretto perché con la testa il ragazzo è tutto da un’altra parte, non è concentrato su quello che dovrebbe fare.

Dopo questi episodi cerca di tranquillizzarsi, ma questo lo porta poi a non voler più andare a scuola per non stare male.

Il rifiuto di voler andare a scuola appare immotivato, ma in realtà è un segnale importante che merita di essere ascoltato e approfondito.

La fatica di identificare da dove nasca un’espressione di sofferenza spesso piuttosto acuta come quella contenuta negli attacchi di panico legati alla scuola di solito va di pari passo con una certa confusione e senso di spiazzamento nei genitori.

Occorre ascoltare le domande che gli adolescenti si pongono:

“Sono capace di fare le cose?”

“Riuscirò a farmi accettare dai miei compagni?”

“Andrà bene l’interrogazione per la quale ho tanto studiato?”

“Ce la farò o sarò un fallimento?”

Il pensiero di non farcela è un pensiero terribilmente doloroso, così doloroso che la mente dell’adolescente tenta di evitarlo in ogni modo.

Come possiamo aiutare l’adolescente?

L’adolescente va sostenuto sul piano emotivo, occorre aiutarlo a conoscere la sua parte emotiva, ad avere una visione di sé meno svalutante riuscendo così a vivere la scuola con maggiore serenità e ad affrontare le difficoltà che naturalmente incontrerà in modo non catastrofico riuscendo a risollevarsi e ad andare avanti nella sua crescita.